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Correlazioni in Medicina



Xenon inalato attenua il danno miocardico nei sopravvissuti in coma ad arresto cardiaco extraospedaliero


È stato riportato che Xenon inalato combinato con l'ipotermia attenua la lesione della sostanza bianca cerebrale nei sopravvissuti in coma ad arresto cardiaco extraospedaliero.
Si è valutato l'effetto dello Xenon inalatorio sul danno ischemico miocardico nella stessa popolazione di studio.

In totale 110 pazienti in coma che hanno presentato arresto cardiaco extra-ospedaliero per causa cardiaca sono stati randomizzati a ricevere Xenon inalatorio ( concentrazione end-tidal 40% ) combinato con ipotermia ( 33°C ) per 24 ore ( n=55; gruppo Xenon ) o trattamento con ipotermia da solo ( n=55; gruppo di controllo ).

I livelli di troponina-T sono stati misurati al ricovero ospedaliero e a 24 ore, 48 ore e 72 ore dall’arresto cardiaco.
Tutti i casi disponibili sono stati analizzati per il rilascio di troponina-T.

Le misurazioni di troponina-T sono state ottenute da 54 pazienti trattati con Xenon e 54 pazienti di controllo.
Le caratteristiche di base non differivano significativamente tra i gruppi.

Dopo aggiustamento per età, sesso, sito di studio, intervento coronarico percutaneo primario ( PPCI ) e dose di Norepinefrina, la variazione incrementale post-arrivo della troponina-T con trasformazioen logaritmica a 72 ore è stata pari a 0.79 nel gruppo Xenon e a 1.56 nel gruppo di controllo ( differenza media aggiustata -0.66, P=0.01 ).

L'effetto dello Xenox sul cambiamento dei valori di troponina-T non è cambiato nei pazienti con o senza intervento coronarico percutaneo ( PCI ) o in quelli con una diagnosi di infarto del miocardio con sopraslivellamento del tratto ST [ infarto STEMI ].

In conclusione, tra i sopravvissuti in coma ad arresto cardiaco extra-ospedaliero, rispetto all'ipotermia da sola, lo Xenon inalato combinato con l'ipotermia era associato a un danno miocardico meno grave, come dimostrato dal rilascio significativamente ridotto di troponina-T. ( Xagena2017 )

Arola O et al, J Am Coll Cardiol 2017; 70: 2652-2660

Cardio2017 Med2017


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